III Periegesi in Magna Grecia

Siracusa e Catania

1-3 Giugno 2006

Un gruppo molto ristretto si ritrova a Siracusa prima e a Catania poi. Il teatro greco quest’anno proponeva un “tutto Euripide”: “Ecuba e “Le Troiane”. Due opere bellissime, unite da un filo tematico riconducibile ad una critica serrata alla guerra, critica condotta attraverso gli occhi delle donne dei vinti. Drammatico taglio di una umanità offesa e violata. Difficile dire quale delle due opere di Euripide sia la più bella.

Nella resa siracusana si è trattato di due spettacoli diversissimi in quanto a sapienza scenografica, regia, tenuta scenica degli attori. Purtroppo l’Ecuba è stata proprio una “tragedia”. Si potrebbe dire che Massimo Castri che aveva già dato prova di sé nell’Alcesti, non si è qui contraddetto: ha praticamente soppresso il coro, sostituito solo dalla musica. Ha tagliato parti importanti (tutte quelle a più intenso lirismo) degli episodi. Poi la recitazione tutta forzata.

Altra cosa Le Troiane. Dopo qualche forzatura iniziale (Atena una hostess con tanto di calze a rete, Poseidon un dandy di provincia…) si sono rispettati testo e atmosfere. E Euripide si è imposto in tutta la sua grandezza. Bravi anche gli attori animati da tanta forza poetica. Fra tutti una bravissima Cassandra. Siamo stati appagati e … ripagati.

Fra i due spettacoli abbiamo visitato le rovine di Tapsos e Megara Iblea, fra le raffinerie di Augusta che facevano rimpiangere i cementifici di Aulide e di Eleusi.

Ci siamo poi trasferiti a Catania (purtroppo non tutti!) dove abbiamo cambiato genere e abbiamo visto una bella “Cenerentola” di Prokofiev al Bellini. Ma abbiamo visitato anche l’odeon e il teatro dove Alcibiade aveva tenuto un sermone sull’utilità della guerra contro Siracusa (ne parla Tucidide). E l’anfiteatro nella piazza dedicata al grande Stesicoro. In somma abbiamo visto una gran bella città con poche emergenze greche (ci hanno pensato i romani e i terremoti), ma un bellissimo tessuto urbano barocco, estremamente omogeneo.