I Periegesi in Magna Grecia
Siracusa
4-7 Giugno 2004
Partecipanti: Carmen, Franco, Nora, Plinio, Primo, Riccardo, Teresa
L’idea di andare insieme alle rappresentazioni del Teatro Antico di Siracusa è venuta a Primo e Plinio. Constatato che ci andavamo alla spicciolata si è pensato di farlo insieme ed aprirla ad altri, se interessati. Subito si è aggiunto Franco, poi anche Riccardo, Nora e Teresa. Plinio e Carmen hanno prenotato al Jolly e Primo e Franco si sono accodati. Nora ha trovato l’Oikos, in Ortigia, a lei si sono uniti Riccardo e Teresa.
Venerdì 4 giugno. Da Firenze a Pisa, poi aereo per Catania. In treno a Siracusa. Ci ritroviamo al Jolly dove già ci sono Plinio e Carmen, arrivati il giorno prima. All’Oikos ci sono Riccardo, Nora e Teresa. La prima sera ceniamo in Ortigia, da Archimede dove Plinio è già stato.
Sabato 5 giugno. Al mattino ci ritroviamo di fronte al Tempio di Apollo, poi andiamo all’antico mercato per prendere i biglietti già prenotati. Poi al Duomo (Athenaion) e alla fonte Arethusa. Pranziamo al “Luna Rossa”. Riccardo vuole comprare un appartamento sul mare, proprio qui. Andiamo al Museo Civico (Bellomo) per il “Seppellimento di Santa Lucia” del Caravaggio.
Alla sera al teatro greco vediamo l’“Edipo Re”, la traduzione è quella di salvatore Quasimodo (quindi molto bella), Edipo è Sebastaino Lomonaco che fa Edipo, Renato Scaccia impersona uno splendido Tiresia: semplicemente magnifici. La regia è di Roberto Guicciardini.
Dopo lo spettacolo ceniamo, per la prima volta, a “La Spigola”. Anche questa sarà una scoperta e l’inizio di una frequentazione che continuerà fino a che il locale non cambierà gestione. Ma avranno da passare una decina di anni.
Domenica 6 giugno. Al mattino al tempio di Demetra e Kore, poi alla Basilica moderna della Madonna delle lacrime che con la sua mole domina lo sky-line di Siracusa più di ogni altra cosa. Interessante notare una continuità fra le lacrime di Demetra che ha perso la figlia e quelle della Nostra Signora che ha perso il figlio. Sull’onda delle assonanze citiamo anche Fra Guittone:
Stabat Mater dolorosa
Iuxta crucem lacrimosa
Dum pendebat filius…
Il culto di Demetra e della figlia era stato molto seguito nella Sicilia greco romana. Sembra essere passato come un fiume carsico nella nuova religiosità: la Madonna piangente sugli stessi luoghi, la patrona Santa Lucia che cade proprio nello stesso periodo (inizi di Dicembre) in cui si svolgevano, proprio qui a Siracusa, le grandi feste Thesmoforie. Feste lunghe dieci giorni, dove si facevano grandi ritrovi popolari, si usava un linguaggio scurrile (come quello con cui Bibe aveva rallegrato la dea affranta), si confezionavano dolci raffiguranti parti intime femminili. Da notare le somiglianze con le feste di Santa Lucia: le luminare, le processioni, i dolci che riproducono parti del corpo (nella santa cristiana gli occhi). Ma se si va a Catania con Sant’Agata, troviamo le mammelle e qui l’origine appare più manifesta.
Poi si va al museo archeologico Orsi. Dopo la visita del museo ci ritroviamo nel giardino esterno, all’ombra. Si discute a lungo di Medea sotto le palme del giardino. Plinio ci parla della Medea di Seneca che nessuno di noi conosce bene, ma che lui mostra di amare e conoscere. Cita i versi:
“ah se non avessero mai tagliato il pino del Pelio…”.
Poi diventeranno famosi nel nostro gruppo e saranno spesso ricordati. Mangiamo di nuovo alla Spigola. Poi ci ritiriamo brevemente in albergo.
Alla sera avremo “Medea” al teatro greco, con Maddalena Crippa. Forse la Medea più intensa, tesa, drammatica che abbia mai visto. Uno spettacolo eccezionale, emozionante, indimenticabile anche a distanza di anni. Peccato averlo visto una volta sola.
Rientrati in albergo incontriamo Tiresia (Renato Scaccia) che Plinio saluta con gioia e reverenza. È ricambiato caldamente.
Lunedì 7 giugno. Al mattino, con un taxi visitiamo il Castello Eurialo, poi il Ginnasio Romano, sulla via Elorina. Pranziamo a “Le Terrazze”, a lungo parliamo di progetti e di nuovi viaggi. Poi torniamo all’aeroporto per il volo di ritorno: io, Franco e Teresa. Plinio, Carmen e Nora proseguono per Stromboli. Riccardo prende il treno.